lunedì 8 luglio 2013

Campetty - La Raccolta Dei Singoli (Recensione)

Abbandonato ormai l’inglese e l’idea di aver sempre lo stesso nome, ecco che ritorna la “Campetty” family.

E quale modo migliore se non con un album che abbia in sé il riassunto delle esperienze precedenti, o forse “La Raccolta Dei Singoli”, quella che ogni artista fa prima dell’uscita di ogni album.
Bene, dopo soli nove anni di indecisione hanno fatto la loro scelta, e il materiale raccolto di sicuro è quello che accompagnerà per un bel po’ di tempo tutti gli amanti dell’inconfondibile timbro di Campetti.

Benché il team sia come nome e lingua in continua sperimentazione, ci sono certe cose che no, non possono e non devono cambiare, tra queste il pop e la voce di chi ci ha accompagnato già a lungo con le sue canzoni e che con le nuove ci regala emozioni e ricordi che a fatica “buttiamo” giù, come un bicchiere di alcool purissimo.
Ed è forse cosi, come presi dall’euforia di una sbronza che si ascolta una traccia dopo l’altra, tutte d’un fiato, assaporandole e calandole giù fino a lasciarsi trascinare nella dolce ed immaginifica sfera di questa raccolta.

Avvia l’album in modo franco e quasi crudele “L’Intro”, che in un solo minuto riesce a far capire cosa significhi al giorno d’oggi fare Musica (un giorno elettrica , un giorno un po’ puttana…).
Seguono testi che per quanto poetici ed enigmatici riescono bene a far capire il senso di malinconia che solo determinati ricordi riescono a provocare, come un disco dei Pulp in “Lungofiume”, inserito in una scena che sembra essere stata rubata ad una vecchia fotografia pronta per esser strappata.
Ma è in “Mariposa Gru” che le emozioni toccano l’apice con la melodica voce di Sara Mazo (Scisma), che con la sua seducente dote canora riesce ad ammorbidire un testo a dir poco sexy.
A chiudere, com’è logico che fosse, ci pensa “L’Outro”, un invito che molti vorrebbero fare, ma in pochi fanno e chissà che con l’ascolto di questa canzone non si trovi il coraggio.


Un album che non scontenterà chi ha sentito la mancanza di qualcosa di leggero ma carico di emozioni, un album fresco e diretto che sembra quasi una dedica a quanti ne sentivano la mancanza.
Perché sì, mancano tanto gli Intercity ancor di più gli Edwood, ma se per ognuna di queste perdite c’è da fare un acquisto cosi, ben venga.
Ben arrivata Campetty family.

Voto : ◆◆◆◆◇
Label : Orso Polare Dischi



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