mercoledì 18 settembre 2013

Scott Matthew - Unlearned (Recensione)

Un paio di anni fa, recensendo un altro album di sole covers (il delizioso I Already Love You della dolce Sara Lov), scrivevo che “la reinterpretazione di canzoni altrui non è un’arte semplice. E’ una avventura in cui molti si buttano ed, ahimè, tante volte il risultato può lasciare interdetti”.
Non è questo il caso di Unlearned che, come recitano i dizionari, è il participio passato del verbo “to unlearn” che significa “disimparare”.
Nel caso di Scott, cantautore australiano con all’attivo già 3 album da solista ed uno come componente della band Elva Snow, potremmo metterla così: dimenticare come si conosceva/faceva qualcosa prima, per farla in modo differente ora.
E ascoltando questo album vi accorgerete che non vi è titolo più adatto.
Le canzoni vengono spogliate della loro veste (a volte sontuosa) originaria e rivestite con abiti succinti, la voce (calda, bellissima ed espressiva) di Scott, un piano, una chitarra oppure un ukulele, e poche altre note sparse di qualche altro strumento...
Scott spazia in generi ed epoche molto differenti, raccogliendo, per la maggior parte, brani molto conosciuti, già (re)interpretati da tanti altri artisti e che tra di loro hanno poco o nulla a che fare.



Cosa possono aver in comune i fratelli Gibbs (a loro l’onore di aprire le “danze” con "To Love Somebody") ed i fratelli Reid (piena di pathos la reinterpretazione di quello splendore intitolato "Darklands")? Oppure Whitney Houston ("I Wanna Dance With Somebody") con Moz ("There’s A Place In Hell For Me And My Friends")? E che dire di Charlie Chaplin (Smile) contrapposto al canto disperato di Ian Curtis ("Love Will Tear Us Apart")?



Naturalmente nelle versioni originali questi brani striderebbero a giacere l’uno accanto all’altro ma il trattamento a cui le sottopone l’australiano smorza gli “eccessi” (siano essi punk, grunge oppure disco o country o quel che volete voi), conferendo un filo conduttore unico dato dal minimalismo musicale e dalla delicata, malinconica sensibilità dell’interprete che li pervade.
Un’opera affascinante, insomma, e senza tempo, adatta ad essere ascoltata più nel corso delle uggiose giornate autunnali che nel caldo estivo, magari non tutta d’un fiato (soprattutto se, oltre alle 14 tracce originarie, avete anche le 4 extratracks disponibili solo in download) dato che  l’uniformità stilistica, di cui si diceva, è sì una caratteristica precipua ma anche un limite che, però, non intacca assolutamente il risultato finale.

Voto:  ◆◆◆◆◇
Label: Glitterhouse Records

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