giovedì 13 febbraio 2014

Dondolaluva - Devono Morì (Recensione)

Un titolo, una dichiarazione d'intenti: i Dondolaluva, power trio toscano dal suono potente e dai contenuti pregni di significato, Devono Morì, e lo hanno fatto purtroppo (come gruppo sia chiaro, mica gli voglio portare sfiga). Prima però decidono di lasciare un'ultima traccia della loro storia, una storia che li ha visti attirare l'attenzione di uno dall'occhio lungo come Giorgio Canali per poi sparire un po', aiutati in questo silenzio dalla provenienza geografica da una zona desolata come quella del Monte Amiata. Poi le prime notizie, qualche post su facebook ed a fine agosto un improbabile incontro fra Toscana e Lazio (improbabile perchè io ci sono arrivato in bicicletta dopo 600 km di viaggio) dove mi annunciavano data di uscita e scioglimento prossimo: ora eccole qua le otto tracce con cui si chiude il sipario, anche se io ascoltandole continuo a sperare in un colpo di coda che faccia continuare il viaggio musicale della band.
E' cambiata la produzione, da quella grezza e grintosa di Canali a quella più precisa di Stefano Bechini, e in parte si sente: malgrado la potenza di alcuni brani emerga in maniera tutt'altro che sminuita rispetto all'album d'esordio la sensazione generale è quella di trovarsi di fronte ad una versione 1.5 della band, dagli angoli smussati e con un approccio alla musica più conscio, come se l'urgenza creativa che si respirava in Arrivano I Pollini sia stata sostituita da una scrittura più ragionata. “Un Imbecille”, prima traccia dell'album, rimanda addirittura l'immagine di un gruppo che potrebbe funzionare anche nel triste panorama radiofonico nazionalpopolare, grazie alla parte centrale rappata (guest star Fabio Bax aka Jullare) che fa tanto moda e che i Dondolaluva utilizzano con cognizione di causa vincendo la scommessa. Dividendosi fra distorsioni e suoni più soffusi gli altri pezzi fanno del loro meglio per farci rimpiangere la band, dalla grinta malinconica della splendida “Stima” (dove appaiono sornioni, come in altri brani, synth e compagnia bella suonati dal producer Stefano e generalmente ben sfruttati nell'economia del disco) all'atmosfera placida condita da un ritornello coinvolgente come pochi di “Un'Alluvione”, brano in cui hanno collaborato al testo i pugliesi Gli Eternauti. I testi sono un marchio di fabbrica vincente, e la penna di Francesco fa sgorgare ancora una volta sequele di parole che sorprendono per la loro efficacia, pescando anche dal passato (la riproposizione in una chiave elettrica più cupa di “Essendo Che E' Così”, già presente in acustico nel precedente disco e qui riproposta con la collaborazione del primo cantante della band Davide Fazzi) o da un presente “alternativo”, nello specifico il progetto parallelo Francevskij da cui recupera la splendida “Vola Vola”, trasformando il brano dall'allegra ed ironica composizione originale ad un qualcosa di più cupo e disilluso: miracoli della musica, ed è bello che sia la grinta delle ultime strofe di questo pezzo a chiudere l'album, come un piccolo monito di rinascita nella morte. Qualche piccolo passo falso nel mezzo c'è, concentrabile fra la mancanza di uno sviluppo che lasci uscire tutta l'energia che si sente pulsare in sottofondo in “La Tua Libertà” e la vena quasi punk di “Default (L'Uomo Con Qualcosa In Più)”, il tocco ruvido che forse mancava ma che risulta meno efficace del resto: sbavature perdonabili perchè già alla terza traccia, sullo splendore sarcastico della meravigliosa title track condito da cori fantastici, si era capito che la missione di creare un piccolo gioiello musicale era riuscita alla perfezione.

Sono morti, i Dondolaluva, come entità musicale: solo due dischi ma abbastanza da lasciare un segno nel mio cuore. Sarò parziale, forse, a definire questo album uno dei migliori usciti nel 2013, o forse sento poca musica e mi sono perso qualcosa di più degno, ma a me questi tre amiatesi (amiatini? amiatqualsiasicosa?) mancheranno un sacco. Quindi lo ripeto ancora qui: io in un colpo di coda ci spero, ma se queste saranno le ultime note suonate assieme dal trio sono contento di poter dire che sono degne di essere ascoltate da chiunque abbia un minimo di sentimento ed amore per la musica.

Voto:  ◆◆◆
Label: Autoproduzione


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